Ho visto Capitan Harlock, finalmente. Il primo, lieve, deterrente, era quello di non poterlo vedere in 2D, visto che qui gira solo nel formato
Avevo già letto delle recensioni prima, ad esempio quella di Doc Manhattan, per nulla entusiasta (ma, pur essendo un Antrista assiduo, sul cinema io e il Doc non siamo allineati). L'unico commento veramente entusiasta che ho letto è su ComicsBlog. Ma c'è una recensione che mi ha colpito più di altre: quella dei 400 Calci. Premetto che non si tratta di uno dei miei blog prefetiti, se non altro perché non mi trovano d'accordo praticamente mai (capita oh, sarò scemo io), comunque leggendola (dopo la visione) mi sembra così dura dal rasentare il pretestuoso, con la diffusa sensazione che spesso ci sia la tendenza a voler fare i critici e i caustici per forza (sensazione che sarà di certo sbagliata).
Il mio tono è meno canzonatorio del solito, perché Capitan Harlock mi è piaciuto molto, ma molto tipo molto, per una serie di motivi, alcuni dei quali non riesco ad identificare con precisione nemmeno io, perché non credo sia un film da giudicare solo razionalmente. Provo a riassumere:
Prima di tutto l'intera parte estetica. La grafica in CGI è spettacolare (eufemismo del mese, garantito). Il primo film del genere che ho visto al cinema era quasi sperimentale, quel Final Fantasy (dalla serie videoludica a cui lo script di questo Harlock deve molto) che risultava essere più un esercizio di tecnica grafica che un film vero e proprio (c'era il piccolo particolare che si erano scordati di metterci una storia). Sembra passato un secolo: il livello di dettaglio è maniacale, le animazioni impeccabili, i volti espressivi, pur senza la ricerca del totale realismo (stiamo parlando comunque di figure dai tratti cartooneschi, anche se per alcuni personaggi si tende a scordarselo). L'Arcadia, protagonista visiva del film, che meriterebbe un discorso a parte, è un capolavoro estetico con pochi eguali, protagonista di scene di combattimento fra le più spettacolari che ho mai visto. Il rammarico è il solito
Che la consequenzialità delle azioni e la loro spiegazione non sia perfetta, può lamentarlo solo chi ha deciso di giudicare la pellicola come se fosse un'espressione algebrica o chi non conosce Matsumoto (o forse non lo apprezza): la coerenza non è mai stata un punto focale dell'universo in cui vive Harlock, che Matsumoto ha sempre costruito in maniera libera, più attento ai temi e ai contenuti che al mero coincidere degli eventi. Non è un caso se a Leiji questo film sia piaciuto molto. Inoltre tutta questa plausibilità non sembra nemmeno necessaria, sarebbe quasi superflua, inadatta ad un film che non mira a dirci nulla di troppo razionale, quanto invece di emotivo.
Credo che Harlock sia un film da non vedere con il pallottoliere in mano, per controllare che tutto torni, e nemmeno con la moleskine, per segnarsi in fretta le magagne con il piglio di chi ti smonta tutto (purtroppo molto comune fra i nerd). Sicuramente va visto invece col cuore acceso, per essere certi di goderne appieno lo spettacolo.
P.S.: mi si conceda una divagazione: le pere di Yuky meritano a prescindere.
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