14 gennaio 2014

Capitan Harlock, la recensione despoilerizzata

Capitan Harlock il film: Harlock con Yama sull'Arcadia

Ho visto Capitan Harlock, finalmente. Il primo, lieve, deterrente, era quello di non poterlo vedere in 2D, visto che qui gira solo nel formato devimorìammazzato odioso del 3D, ma se avete letto la mia classifica dei film nerd del nuovo anno, capirete che sticatzi del 3D, io il Capitano dovevo vederlo ebbasta.

Avevo già letto delle recensioni prima, ad esempio quella di Doc Manhattan, per nulla entusiasta (ma, pur essendo un Antrista assiduo, sul cinema io e il Doc non siamo allineati). L'unico commento veramente entusiasta che ho letto è su ComicsBlog. Ma c'è una recensione che mi ha colpito più di altre: quella dei 400 Calci. Premetto che non si tratta di uno dei miei blog prefetiti, se non altro perché non mi trovano d'accordo praticamente mai (capita oh, sarò scemo io), comunque leggendola (dopo la visione) mi sembra così dura dal rasentare il pretestuoso, con la diffusa sensazione che spesso ci sia la tendenza a voler fare i critici e i caustici per forza (sensazione che sarà di certo sbagliata).

Il mio tono è meno canzonatorio del solito, perché Capitan Harlock mi è piaciuto molto, ma molto tipo molto, per una serie di motivi, alcuni dei quali non riesco ad identificare con precisione nemmeno io, perché non credo sia un film da giudicare solo razionalmente. Provo a riassumere:

Capitan harlock il film; Yattaran

Prima di tutto l'intera parte estetica. La grafica in CGI è spettacolare (eufemismo del mese, garantito). Il primo film del genere che ho visto al cinema era quasi sperimentale, quel Final Fantasy (dalla serie videoludica a cui lo script di questo Harlock deve molto) che risultava essere più un esercizio di tecnica grafica che un film vero e proprio (c'era il piccolo particolare che si erano scordati di metterci una storia). Sembra passato un secolo: il livello di dettaglio è maniacale, le animazioni impeccabili, i volti espressivi, pur senza la ricerca del totale realismo (stiamo parlando comunque di figure dai tratti cartooneschi, anche se per alcuni personaggi si tende a scordarselo). L'Arcadia, protagonista visiva del film, che meriterebbe un discorso a parte, è un capolavoro estetico con pochi eguali, protagonista di scene di combattimento fra le più spettacolari che ho mai visto. Il rammarico è il solito limortaccisua 3D, tecnicamente ineccepibile, ma piuttosto fastidioso quando cerchi di apprezzare il dettaglio grafico.

Capitan Harlock il film: l'Arcadia

Ma veniamo alla sceneggiatura, l'oggetto principale delle critiche. Non si può negare sia coraggiosa, per molti punti di vista: come vi diranno più o meno tutti, infatti, il capitano è quasi un ombra, un cammeo. Le sue apparizioni sono sporadiche, veloci e quasi tutte concentrate negli ultimi 20 minuti di film. Più che Godot, da buon nerd, mi ha fatto pensare all'Hulk di Ang Lee, ma con risultati diametralmente opposti (leggi: quell'Hulk era una ciofeca). Il punto è che per me si è rivelata una scelta straordinaria. Harlock è quasi un totem, un ideale impersonificato, una semi-divinità che guarda tutti dall'alto e c'è sempre, anche quando non sembra. Il Capitano risulta essere dunque tutt'altro che una mancanza: il suo carisma (enorme) aleggia in tutte le scene, anche quando non appare fisicamente. Tutto il film è votato alla scoperta della sua missione, delle sue intenzioni, dei suoi motivi, dei suoi perché, tanto che ogni membro dell'equipaggio è come se parlasse con la sua voce. Il filo conduttore, cioè il rapporto fra i due fratelli Ezra e Logan, offre allo spettatore un percorso per conoscere Harlock, ma è l'argomento principale solo superficialmente. Dal punto di vista dello script, eliminare fisicamente il protagonista dall'80% delle scene, non è mai garanzia di successo.

Capitan Harlock il film: Ezra

Che la consequenzialità delle azioni e la loro spiegazione non sia perfetta, può lamentarlo solo chi ha deciso di giudicare la pellicola come se fosse un'espressione algebrica o chi non conosce Matsumoto (o forse non lo apprezza): la coerenza non è mai stata un punto focale dell'universo in cui vive Harlock, che Matsumoto ha sempre costruito in maniera libera, più attento ai temi e ai contenuti che al mero coincidere degli eventi. Non è un caso se a Leiji questo film sia piaciuto molto. Inoltre tutta questa plausibilità non sembra nemmeno necessaria, sarebbe quasi superflua, inadatta ad un film che non mira a dirci nulla di troppo razionale, quanto invece di emotivo.

Capitan Harlock il film: Yuki Kei e Harlock


Credo che Harlock sia un film da non vedere con il pallottoliere in mano, per controllare che tutto torni, e nemmeno con la moleskine, per segnarsi in fretta le magagne con il piglio di chi ti smonta tutto (purtroppo molto comune fra i nerd). Sicuramente va visto invece col cuore acceso, per essere certi di goderne appieno lo spettacolo.

Capitan Harlock il film: i pirati dell'Arcadia

P.S.: mi si conceda una divagazione: le pere di Yuky meritano a prescindere.

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