30 dicembre 2013

Social-fioretto 2014: 12 cose che promettete di non fare più su Facebook



Sull'argomento hanno scritto in mille, ma ci scrivo anche io, perché è quasi capodanno e si fanno le promesse che poi non si mantengono, per cui mi pare il caso di aiutarvi coi buoni propositi. Sono le 12 cose che vi rendono bersagli facili del “nascondi” su Facebook, ma che possono essere generalizzate anche agli altri social network, perché qui non si è razzista, per quanto i razzi ci gustino parecchio e le razzie comunque un po' meno. Ordine sparso, se non cambio idea.



Cookingforbae raccoglie su Instagram
le peggiori foto gastronomiche del web

Foto di cibo
Può succedere, mica siamo nazisti (di Nazareth ne conosco solo uno ed è nato un paio di giorni fa). Ma se nel tuo profilo hai più di 5 foto di cibo datate 2013, caro Houston, hai un bel problemone. Devi sapere almeno due cose: la prima è che, per quanto ti possa sembrare straordinario ciò che stai per mangiare, non lo è. La reazione più frequente in quelli che hanno la sfortuna di vedere i tuoi aggiornamenti sarà un misto di “esticazzi?” e “e quindi?”, con spruzzate di “emmobastaperò”. La seconda è che tutti i commenti che leggerai, sono li per pura compassione, perché è triste vedere che sei super entusiasta e nessuno ti caga... come la cugina che si presenta a capodanno con un abito verde muffa, le maniche a sbuffo e le balze nella gonna e tutti la evitano e allora tu ti avvicini per aiutarla dicendole un vago “come sei natalizia!”. Gli fai pena, cacchio!


Stati inutilmente laconici
Ne elenco alcuni: “....”, “come non detto”, “boh!”, “lasciamo perdere...”. NON SI CAPISCE UNA BEGA! Renditene conto, fai solo venire il nervoso. Vuoi condividere? Condividi. Non vuoi condividere? Tieniti in tasca quel cacchio di dito e non pubblicare nulla. È una ricetta così semplice che dovrebbe venirti in mente da sola.


Tormentoni 
Non è colpa tua, i responsabili principali probabilmente non verranno mai puniti, ma sogniamo il giorno in cui i cavalieri dell'oscurità li verranno a prendere dietro le quinte dello Zelig e di Colorado Caffè e se li porteranno via, per fargli espiare i loro peccati. Se una tua battuta ti fa ridere 500 volte, dividi la cifra per il numero dei tuoi anni moltiplicato per pigreco, poi sottrai la radice quadrata degli anni del tuo zio più anziano, e ottieni il numero di volte che può ragionevolmente far ridere un tuo amico (se è meno di zero, arrotonda sempre a UNO). Tieni conto che è comunque un numero approssimato per eccesso.


Pagine fan per ogni poottanata
“Quelli a cui piace il cappello che Marco si è messo per andare al Movida Loca di Croce del Sannio”. Pensa sempre come sarà fra meno di un mese: una triste desolazione... 6 fan (e alla serata eravate in 12), tre post totali, Facebook che 3 volte al giorno ti notifica “la tua pagina fa abbastanza cagare, ci vuoi dare 10 euri per promuoverla e vediamo se qualcuno se la caga?”. Rischia di rovinarti anche il giovedì grasso. E se proprio non resisti, non invitare tutti i tuoi contatti. Pensaci prima, previeni.


Foto vacanziere di panorami e/o di ambienti naturali
Belle. Bellissime, Fantastiche. Hairottolaminkia. C'è un limite a tutto, lo sai no? Anche alle foto di spiagge paradisiache, boschi da favola e castelli fiabeschi. Ti stupirà, ma su 10 spiagge che fotografi, 9 e mezza su Facebook sembrano uguali fra loro, o forse lo sono, non l'ho nemmeno capito. Se invece lo scopo è farci sapere quanto stai bene in confronto a noi, sappi che non è un bel modo di renderti simpatico.


Foto firmate 
Le tue foto sono meno belle di quello che credi, è una legge quasi universale. Se sei un professionista è ok, se non lo sei togli quel “Franco Salamadonna Photography” in basso a destra. Lo dico per te, non per me. 

Test d'ingresso: se non riesci a distinguerli, lascia perdere.

Commiato del VIP defunto 
Non sei triste, non lo sei. Chiediti una cosa: chi cacchio è il tizio che è morto? Se la tua risposta inizia con “un tizio che... “, esci da Facebook, chiudi il browser, spegni il computer, stacca la presa e lancialo dalla finestra. Se invece conosci bene l'identità del povero estinto, controlla nel tuo profilo quante volte lo hai nominato da vivo. Mai? Esci da Facebook, chiudi il... ecc. ecc. ecc. Se proprio non riesci ad esimerti... se eri ubriaco... se ti sei distratto... quellochetipare... VERIFICA! Verifica che la foto sia sua, che la frase sia sua, che il film abbia lui come protagonista, ma soprattutto verifica che sia morto. Ad esempio Tonio Cartonio è vivo e, nonostante le apparenze, non si è mai drogato. Morgan Freeman è vivo, ma gli si sono consumate le palle. In ogni caso, sappilo, nessuno va ad insegnare qualcosa (QUALUNQUE COSA) agli angeli.


Grammatica creativa 
Sei autorizzato a non scrivere in Italiano solo se sei nato oltre i confini dello Stato Italiano, riconosciuti dagli organi Internazionali preposti e dall'Associazione Nazionale Autori di Geografia nei Sussidiari (la potentissima lobby ANAGS), ivi compresi San Marino e Città del Vaticano (Papi vari ed eventuali esclusi). La fantasia è apprezzata solo là dove si è ampiamente dimostrato che in Italiano sai scrivere benissimo. Rileggerti non ti farà male, tanto più che molto probabilmente saranno le uniche cose che leggerai durante tutto l'anno. Se rileggerti non funziona (e non funzionerà), il problema è più ampio. Le giustificazioni “sono su Facebook, scrivo di fretta, non siamo mica a scuola, non pretendo di essere Fabio Volo” non valgono e peggiorano la situazione.

Vuoi non farti una foto sol suicida? Next stop: reparto oncologia pediatrica.

Selfie 
Anche l'Oxford Dictionary si è dovuto inchinare ed inserirlo fra i neologismi correnti dela lingua inglese, per l'edizione 2014. Almeno voi, resistetegli, perdiana. Selfie sarebbe un sinonimo di autoscatto, solo che può essere definito, per completezza, “autoscatto fatto da dei pirla che pensano di essere parecchio fighi”. I selfie sono ormai ovunque: durante le sedute in bagno, durante i funerali, mentre si spala il letame, al cinema durante il finale del film. Spesso contengono epici photobomber, perché chi si fa un autoscatto è già geneticamente predisposto a guardare solo la propria figura, per cui non si accorge dell'assorbente sporco dietro di sé, dell'amica che dorme con le gambe aperte, del cane che si incoola la tv, del manuale sul perfetto sesso orale lasciato sul comodino e amenità simili.


Esternazioni contro l'invidia altrui 
Sono tutti invidiosi degli utenti di Facebook. TUTTI. Il problema è che anche gli invidiosi sono su Facebook e sostengono che gli altri siano invidiosi. Un loop mortale che per alcuni scienziati potrebbe inghiottire l'intero sistema solare entro il duemilaetredordici, assieme al signoraggio bancario e le scie chimiche. “A tutti quelli che mi vogliono male...”, “Per chi pensa a criticarmi invbece di vivere la sua vita...”, sono solo due delle espressioni della sindrome da accerchiamento che colpisce una buona parte degli utenti dei social network. Evitateli, la gente vi caga molto meno di quanto pensate, parola di lupetto.


Fabio Volo 
Più per chi lo critica, che per chi lo cita. Che Fabio Volo scriva insopportabili banalità vendute un tanto (tanto) al grammo, direi che lo sappiamo tutti, ma come molti tormentoni, anche quello di usarlo come epitome della “lettura ignorante” ha fatto il giro completo ed è diventata fastidiosa a sua volta. Tanto più che il buon Fabio, se confrontato con molti di quelli che lo citano ironicamente, è effettivamente una sorta di incontro fra Hemingway e Celine. Certo, lui vende milioni di libri, voi no, ma abbiate pietà, Fabio Volo fa schifo, bene, mobbastaperò2.


Spoiler 
AVETE ROTTO LA MEENKIA!!!

1 commento:

  1. A questo punto potrei condividere questo post seguito dalla regina delle frasi fastidiose:
    - Meditade gente meditate...

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