28 ottobre 2009

Celtics - Lakers: The Rivalry - 3a parte

Da Basket Central

Per la prima sfida fra Boston e Los Angeles bisogna aspettare i playoff 1984. LA (che ha appena pescato Byron Scott dal Draft) vince la Western, i Celtics però (allenati non pià da Bill Fitch ma da KC Jones), con una squadra ben diversa da quella del primo titolo grazie all’arrivo di Ainge (draft 81), lo sventolatore ML Carr (dai Pistons) ma soprattutto Dennis Johnson (dai Suns, il difensore che avrebbe dovuto fermare lo “strangolatore di Boston” Andrew Toney dei Sixers), hanno ben 8 W in più e il miglior record della lega, tuttavia il loro cammino in post season sarà più difficile grazie ai Knicks di Bernard King, che li costringono a gara 7 al secondo turno.
Per la prima volta è Bird vs Magic anche in NBA, dopo la storica finale NCAA fra Indiana State e Michigan State, allora fu Magic a spuntarla ma Bird avrebbe presto avuto la sua rivincita in una serie leggendarie che non poteva che concludersi a gara 7. I Lakers partono coi favori del pronostico nonostante il campo, e infatti vincono subito gara 1 al Garden con Jabbar che mette a referto 32 punti con 12 su 17 dal campo e 9 rimbalzi. Gara 2 diventava per i Celtics il pivotal game della serie, andare a LA sullo 0-2 significava titolo perso. Worthy ne mette 29 con 11 su 12 dal campo e i Lakers si ritrovano a +2 con 18 secondi sul cronometro del quarto quarto. McHale sbaglia i due liberi del pareggio, ma Magic chiama time out con la palla a LA, fraintendendo le istruzioni di Riley, che avrebbe voluto l’interruzione in caso di pareggio, e aiutando Boston ad organizzarsi pur priva di TO propri. Rimessa per LA, Worthy per Magic, Magic di nuovo a Worthy che vede Scott tagliare sotto canestro, ma un nome insospettabile, Gerald Henderson, guardia di riserva di Boston, intercetta il passaggio e da solo in contropiede regala l’overtime ai suoi. I Celtics vincono ma LA domina la prima al Forum, con 33 punti di scarto. Bird fa la voce grossa e Boston in gara 4 è corsara a Los Angeles. KC Jones mette Dennis Johnson su Magic e i Celtics diventano più duri, durezza che culmina nel celebre fallo di McHale su Rambis lanciato a canestro. Ne scaturì una mezza rissa immediatamente sedata, ma il clima aggressivo favoriva i guerrieri con le divise verdi. Nonostante tutto LA restava avanti, ma i Lakers furono presi per i capelli dal finale di Parish  e Bird che significava overtime. Il supplementare andò ai Celtics fin dall’inizio, con Maxwell che con le mani faceva capire a Worthy che i Lakers stavano boccheggiando. Gara 5 si sarebbe svolta a Boston proprio durante una tremenda ondata di caldo che portò la temperatura del Garden fino a 36°; i 34 punti di Bird regalarono la partita a Boston. Anche la successiva sembrava segnata in favore dei Celtics, ma i 30 punti di Kareem rimandarono tutto al gara 7 al Garden. Maxwell e Bird portano Boston avanti da subito, ma ad un minuto dalla fine i Lakers si trovano in rimonta sul -3, quando Magic si vede rubare la palla del pareggio da Maxwell, che a sua volta la perde immediatamente a favore di Cooper. Michael servì ancora Magic che però la perse di nuovo, sempre grazie a Maxwell, la partita era finita. Boston campione.

L’anno seguente sarà subito rivincita, Boston ha perso una sola finale nella sua storia (contro St Louis) e vive del timore reverenziale degli avversari al Garden. Era il primo anno della formula 2-3-2 e per l’ennesima volta i Lakers avrebbero affrontato la finale senza il fattore campo. Larry Bird fu MVP della Lega ma Magic era l’uomo che cercava il riscatto per la brutta finale dell’anno passato. I Celtics domineranno gara 1 vincendo per 143 a 114, ma il resto della serie fu segnato in favore dei Lakers, infatti Jabbar, dopo essere stato annullato in gara 1, ne mise 30 con 17 rimbalzi in gara 2,  completò l’opera Michael Cooper con una stupenda marcatura su Bird. I Celtics si portarono sul 2 a 2, ma Los Angeles diede tutto per non dover chiudere la serie in gara 7 a Boston, e con Kareem MVP portarono a casa gara 5 al Forum per poi trionfare al Garden. 1 a 1 fra Bird e Magic. Boston vince ancora nell’86 contro Houston (di Olajuwon e Sampson) dopo l’arrivo di Bill Walton, sesto uomo di lusso, e in finale e nell’87 c’è l’ultimo capitolo della saga. L’NBA sta cambiando, emergono Pistons e Bulls, ma c’è ancora spazio per l’ultima sfida fra Magic e Bird. Boston era una squadra provata dal punto di vista fisico oltre che mentale per la tragedia che colpì Len Bias (prima scelta di Boston morta di overdose mentre festeggiava), mentre i Lakers non avevano mai giocato meglio, anche se un vecchio Jabbar (40 anni) lasciava le redini a Magic e Worthy. Nei PO i Celtics rischiarono l’eliminazione da parte di Detroit, salvato dalla storica rubata di Bird su Thomas, mentre i Lakers persero solo un’inutile gara 4 contro i Warriors sul 3 a 0 per loro. Le prime due gare di finale al Forum non ebbero storia, finirono entrambe ai Lakers con buoni scarti. In gara 3 McHale, Bird e DJ misero assieme 77 punti e il centro di riserva Greg Kite fece la partita della vita, dando l’apporto difensivo necessario alla vittoria. In gara 4 Boston andò sopra anche di 16 punti, ma i Lakers rimontarono fino ad andare a -1 a 30 secondi dalla fine. Una bomba di Bird diere il +2, seguirono due liberi di Jabbar, di cui uno solo segnato per il -1 Lakers. Ma sul rimbalzo difensivo del secondo libero McHale fu spintonato da Thompson e mandò la palla fuori, dando così l’ultimo e decisivo possesso a LA. Palla a Magic, che attacca McHale andando al centro ma viene raddoppiato da Parish e poi triplicato da Bird, Magic si alza col suo baby sky hook ed è solo rete. Sarà la partita decisiva, anche se i Celtics vinceranno gara 5 i Lakers chiuderanno definitivamente la serie in gara 6, con Magic per la terza volta MVP delle finali.

La storia delle sfide fra Celtics e Lakers finisce così, nonostante la parabola dei Lakers sia continuata ancora, anche nella sua edizione più moderna, sotto le magie di Shaq e Kobe. Oggi un nuovo capitolo della sfida, che potrebbe tuttavia non essere l’ultimo.




prima parte
seonda parte

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